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La cena fredda

Solitamente al termine di un’inaugurazione o di una conferenza, la serata si conclude con una bella cena. A me, un miliardo di anni fa, capitatò di presenziare a qualcosa di simile. Arrivo, e nonostante tutta la questione derivasse da me, nonostante io fossi stato il promotore iniziale di tutto, i grassi importanti narcisisti di turno avevano già occupato le poltroncine della cattedra della sala in cui si sarebbe dovuta svolgere la conferenza.
   Mi fu portata d'emergenza una sedia collaterale, nel senso che la sedia venne posizionata a lato della cattedra, come a sottolineare il fatto che io, al confronto dei grassi narcisisti, ero solo di serie B, o di serie Z, non so, o diciamo uno spiacevole ingombro.
   Poi qualcuno in sala borbottava di voler buttare fuori un uomo molto anziano, forse per l'età, forse perché non riconosciuto come facente parte dell'ambiente, forse perché vestito in maniera... disinvolta. «Ma chi l’ha fatto entrare, quel barbone?», diceva questo tipo, incravattato e molto curato nel vestire, con camicia immacolata e fazzoletto al taschino, abbinato alla raffinata cravatta sgargiante, tutto azzimato. «Possibile che non si possa fare nulla per buttarlo fuori? Ma chiamate qualcuno, per favore, che lo butti fuori a calci!»
   Ebbene, il barbone in questione, era niente popò di meno che un ex dirigente ormai da tempo in pensione, di una delle più importanti ditte di informatica del mondo, che tanti anni fa aveva fatto del bene a me, che mi stimava moltissimo , e che era venuto alla conferenza quando, sul giornale, aveva letto della mia partecipazione.
   Ho fatto il mio intervento, raccontando un divertente aneddoto. I relatori che si sono a me succeduti, vedendo che la gente crollava in un coma profondo durante il loro sproloquio, si sono messi tutti a citare il mio aneddoto, tentando così di risolvere la serata.
   Già. La serata. Al ristorante, poi, nessuno che rideva, ma che dico! Nessuno che sorrideva! Un’atmosfera cupa, niente brindisi, zero allegria. Solo uomini molto grassi, che si ingozzavano di pezzi di carne.
Qualche giorno più tardi mi capitò di andare a una mensa dei senza-casa: là senza dubbio c'era molta più allegria. E anche molta più umanità.
Gianni Nigro

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